L'impero austro-ungarico e l'attuale repubblica Austriaca hanno innegabilmente avuto un contributo molto importante nell'economia della storia Europea e mondiale. Basta un breve elenco di personaggi storici per rendersi conto dell'importanza degli austriaci in campo culturale, con giganti del calibro di Wolfgang Amadeus Mozart e Arnold Schwarzenegger.
È purtroppo anche vero che ogni nazione ha qualche mela marcia nella sua storia che ne compromettono un po' l'immagine. Nel caso dell'Austria ci sono alcuni individui che purtroppo si sono macchiati di importanti ed imperdonabili delitti contro l'umanità intera. Non stiamo parlando di Hitler — anche se pure lui ha dato un contribuito poco carino — bensì del simpatico signor Sacher.
Si dia il caso che in occasione di una cena data da Klemens Metternich (altro austriaco poco simpatico), il nostro caro Franz Sacher abbia deciso di architettare uno dei più terrificanti piani contro i dietologi e tutti gli amanti della cioccolata al mondo, dando alla luce la raggelante quanto sublime Sachertorte: un mostruoso concentrato di ingredienti uno più temibile dell'altro. Sebbene il risultato finale non abbia entusiasmato Metternich (era infatti un uomo molto intelligente), la torta è forse uno dei prodotti più noti al mondo della pasticceria austriaca, assieme alle “palle di Mozart” (worst name ever).
Bando alle ciance, visto che si tratta di una torta che richiede ore ed ore di lavoro (cosa che ci avrebbe fatto comodo sapere prima di iniziarne la preparazione) passiamo subito alla ricetta — ma non prima di avervi insegnato la giusta pronuncia di “Sachertorte”. Ecco il vostro cuoco elvetico preferito alle prese con la parola:
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Gli ingredienti
Per quanto riguarda la torta saranno sufficienti i seguenti pochi ingredienti:
- 10 uova (8 tuorli e 10 albumi),
- 150 g di burro,
- 150 g di zucchero,
- 150 g di farina,
- 200 g di cioccolato ultra-fondente,
- 1 busta di vanillina.
Una roba incredibile, eh? Per la glassatura invece:
- 200 g di cioccolato ultra-fondente,
- 100 ml di acqua,
- 200 g di zucchero,
- Un vasetto di marmellata di albicocche.
Sapete di chi sto parlando. Vi odio tutti.
Per essere completamente fedeli all'origine della torta, sarebbe il caso di utilizzare cioccolata austriaca, ma vista la sua scarsa diffusione ci concediamo di ripiegare su cioccolata proveniente dagli antichi possedimenti della dinastia asburgica.
La preparazione della torta
Per iniziare vi servirà una forma circolare per contenere la torta vera e propria. Un diametro di circa 28 cm è consigliato, ma in tutta onestà non vi sappiamo dire le dimensioni della forma da noi usata. A partire dal fatto che originariamente fosse un contenitore per la frutta...
Se utilizzare le dita è ancora troppo elegante per i vostri gusti e preferite un'esperienza più “svedese”, vi consigliamo di ricorrere a faccia e piedi.

Successivamente, è necessario separare il tuorlo e l'albume della decina di potenziali pulcini strappati con violenza al loro meraviglioso futuro. Come nell'immagine, fatelo con estremo pregiudizio.
Ricordatevi inoltre che in realtà vi servono solo 8 tuorli, per cui evitate di buttare gli ultimi due nel contenitore (oppure andate a pescare i tuorli di troppo con grande delicatezza). Fatto questo, passiamo alla preparazione del secondo ingrediente più importante della torta: il male.

Mentre l'oro nero si trasforma lentamente in una massa dalle proprietà indicibili, preparate il vostro povero gomito. Disponete impacchi di ghiaccio, tubetti di Lasonil™ e polsini per asciugarvi il sudore: dovrete montare a panna i 10 albumi! Capirete che, specie se siete sfigati come noi e non possedete un frullatore elettrico, questa possa essere un'impresa non da poco.

È utile organizzarsi con efficienti turni di lavoro. Mentre uno dei cuochi si consuma girando vorticosamente la frusta, l'altro potrà ripristinare le sue forze con droghe di varia natura e con dei pisolini sulla brandina (un componente che fa parte di ogni cucina mediamente fornita). Una volta ottenuta una schiuma densa, aggiungete piano anche lo zucchero unito alla vanillina e continuate a montare.
Al termine dei massacranti turni di lavoro, degni di una miniera sudanese, dovreste ottenere una splendida schiuma soffice e dolce. Potreste a questo punto essere molto tentati dal presentare questo incredibile risultato come il dolce vero e proprio, lasciando quindi perdere il resto. Se lo fate, sappiate che non c'è disonore nella resa in queste condizioni.
Se invece il vostro volere da superuomo vi spinge a continuare, procedete a sciogliere anche il burro senza farlo bruciare.

Proprio ora che pensavate che i valori nutritivi del composto non potevano peggiorare, dovrete arrendervi all'evidenza che potete fare molto di peggio. Versate il tutto in un contenitore piuttosto capiente ed aggiungete i tuorli d'uovo.
Una volta ottenuta una massa ributtante, le vostre capacità di teamwork verranno nuovamente messe a dura prova. Visto che il vostro Curriculum Vitæ di sicuro contiene un riferimento alla vostra inventatissima “predisposizione al lavoro di gruppo”, avete finalmente l'opportunità di dimostrarla veramente!
(Per l'occasione, potreste anche sostituire la banale frase di cui sopra con “capace di preparare una Sachertorte”, al medesimo effetto.)
Mentre uno dei componenti del gruppo continuerà l'opera di mescolamento, l'altro dovrà cospargere delicatamente il composto con la farina, facendo particolare attenzione a non lasciare che si formino dei grumi. Se avete un setino è un'ottima scusa per usarlo e quindi giustificare la presenza di questo oggetto nella vostra cucina. Altrimenti fate appello alla vostra fortuna.


Visto l'aspetto aberrante della cosa, correggetelo aggiungendo velocemente la spuma di albume d'uovo.
In quest'ultima fase è importante fare in modo che l'aria si mescoli bene all'impasto, andando quindi a formare delle piccole bolle nel composto che renderanno la torta soffice, gonfia e — all'apparenza — leggera.

Riscaldate il forno a 180°C ed apprestatevi ad infornare la teglia.
A seconda del forno servirà più o meno tempo per la cottura. Un ottimo metodo per determinare se la torta è pronta, è quello di infilare un qualsiasi oggetto appuntito attraverso il centro e verificare che non sia più umido. Anche in questo caso, un comportamento spannometrico vi permetterà di intavolare accesi dibattiti sul fatto che lo spillo sia o meno umido (mentre la torta continuerà indisturbata il suo progressivo annerimento).
Estraete la torta, capovolgetela facendola uscire dalla teglia e lasciatela a raffreddare.
Stuccatura con marmellata
Dopo le modifiche barbariche che avrete inferto alla torta con un coltello per farle assumere una forma regolare, è importante farle perdere del tutto l'aspetto “bollicinoso” nel successivo passo intermedio della ricetta: il cospargimento con un denso strato di marmellata.

Prendete ora la marmellata, aggiungete una cucchiaiata d'acqua e scaldatela, in modo da renderla più fluida.

Ricomponete la torta rimettendo in posizione la parte superiore tagliata e poi continuate a stuccare di marmellata anche tutto il resto della torta.

Di nuovo, vi toccherà aspettare con crescente impazienza che la torta raffreddi e che la marmellata diventi nuovamente solida. Questo richiede diverso tempo, a meno che non esponiate la torta al gelo esterno (questo avrà però altre conseguenze sul risultato, tutte negative).
Glassatura
Per concludere la vostra magna opera (un'opera commestibile, quindi), procederemo a ricoprire il tutto con un indicibile strato di cioccolato.
Come di consueto ormai, prendete la cioccolata per la glassatura e scioglietela a bagnomaria. Nel frattempo versate lo zucchero e l'acqua in un pentolino e fate scaldare mescolando. Raggiunta una certa temperatura farete l'esperienza di un interessante fenomeno fisico, per cui l'acqua zuccherata diverrà perfettamente trasparente e limpida. Lasciate il liquido cristallino a bollire per circa 5 minuti e poi unitelo al cioccolato sciolto.

Il meraviglioso liquido va versato con indomabile coraggio in cima alla torta. Non lasciatevi intimidire e versate con convinzione.
Prendete la spatola e distribuite uniformemente la glassa di cioccolato. Il liquido si raffredda in fretta ed è difficilmente spalmabile una volta indurito anche solo un po'.

Ora, immaginate per un attimo di aver messo a riposare la torta per tutta la notte, in modo da far indurire la glassa, e quindi di svegliarvi l'indomani con l'encomiabile idea di andare a sciare per tutto il giorno. È chiaro che scoprire invece che gli impianti sciistici sono chiusi causa maltempo possa scaturire in voi un certo scoraggiamento, se non addirittura una terribile desolazione da pianto. Tale condizione va assolutamente curata con una degna dose di cioccolato fondente sciolto.
Orbene, una volta squagliato il cioccolato (sempre a bagnomaria), lo si può infilare in un tubetto arrotolato di carta forno (non senza difficoltà). Tenete l'apertura inferiore tappata con un dito, posizionatevi sulla torta, togliete il dito e cominciate a scrivere con la vostra grafia migliore mentre urlate terrorizzati dal flusso inarrestabile di cioccolata.
Può anche darsi che la cioccolata non esca per niente o che bisogni sollecitarla spremendo il tubetto: potete rendere più grande il foro o semplicemente accertarvi che la cioccolata sia sufficientemente calda (in caso, aggiungetene dell'altra a temperature superiori).
La parte più piacevole di questo lavoro è senza dubbio correggere i propri errori, visto che vi dà una buona scusa per raccogliere il cioccolato fuso direttamente dalla torta ed infilarvi il ditone glassato in bocca. Nell'ipotesi (non impossibile) che il tubetto di carta forno esploda parzialmente, cercate di salvare la torta infilandovi velocemente tutto in bocca. Un sacrificio che, ne siamo certi, non farete del tutto controvoglia.
Epilogo
Seguendo la nostra filologica reinterpretazione della ricetta del signor Sacher, avrete sicuramente ottenuto una splendidissima, ed un po' intimorente, torta al cioccolato al solo prezzo di una notte insonne di attesa, immersi nei vapori zuccherini.
Ovviamente tale sacrificio va giustificato con una occasione sociale di adeguata caratura, ad esempio il compleanno di una cara collega e potenziale cavia per i vostri esperimenti gastronomici!
La musica
Vista l'origine austriaca ed il drammatico contenuto in calorie della Sachertorte, è opportuno accompagnare il momento del consumo della torta con un brano classico altrettanto apocalittico!
I meglio informati sono tutti concordi nell'affermare che Mozart compose il Dies Irae il giorno successivo a quello in cui fece con le proprie mani la sua prima Sacher. Data l'esperienza personale, possiamo dire con certezza che nel creare questo maestoso dolce, vuoi per inesperienza, vuoi per golosità si mangiano tonnellate di cioccolata sciolta ad ogni passo della ricetta. Tutto questo ha degli effetti sull'intestino che vi lasciamo solo immaginare…
Pertanto abbiamo formulato un'altra ipotesi storicamente credibile. Il Dies Irae, che tradotto letteralmente significa Giorno d'ira, è stato intitolato così per due motivi: il primo è che l'ira in questione non è quella biblica (come il testo suggerisce) ma bensì dell'intestino del compositore dopo essere stato sottoposto ad incredibili sollecitazioni peristaltiche; il secondo motivo — forse il più credibile — è che la parola cacarella non ha una sua traduzione precisa in latino, come attestato da Google Translate (uno strumento sicuramente usato dal nostro Wolfy).
Aurora
Vi amo incondizionatamente …. siete dei geni.
Valentina
Che ricettina semplice e veloce! :P